Ciò che eternamente si muove e agisce

Non c’è valle o paese in Trentino dove non sia stata fondata una cooperativa. A Iséra, appena fuori Rovereto sulla sponda destra dell’Adige, nel 1907, è sorta — sotto la Contea di Tirolo — la splendida Cantina Sociale, quella che possiamo ammirare ancora oggi.
Sono andato a trovare il direttore attuale, Massimo Tarter, e da lui mi sono fatto raccontare dei principi della cooperazione — così radicati e vivi in modo particolare qui in Vallagarina — e del grande lavoro di squadra che fanno gli oltre centocinquanta soci, tutti convinti che “il buon vino nasce in campagna” e che “la qualità non accetta compromessi”.
Così, raccontandoci, Massimo mi ha fatto capire quanto oggi sia importante la figura del viticoltore-vinificatore, colui che controlla sempre (e personalmente) ogni operazione necessaria al buon compimento del prodotto enologico, assicurando ai crus del proprio terroir un carattere di assoluta peculiarità.
Mi ha poi spiegato di come la vite si nutre con le radici nella terra e lì deve trovare tutta la sua energia vitale. Perché la terra, la buona terra, è fondamentale, è tutto. È da lì che partono tutti i messaggi che contano, quelli da ascoltare, quelli che possono davvero cambiarlo il mondo.
Ho pensato allora a come il vino sia il testimone diretto di un luogo, inteso come clima, suolo e storia. Mi è venuto in mente il passaggio (e diverse parole o espressioni) di un particolare libro di viaggio scritto da un giovane Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Viaggio nelle Alpi Bernesi) a proposito della forza prorompente della terra e dei suoi basalti. Ecco, sì, proprio i basalti, “ciò che eternamente si muove e agisce”. Quei basalti così magnifici e preziosi come quelli che lastricano le basi di Iséra. Quelli che danno vita al favoloso Marzemino. (MC)

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