Il pignolo, vitigno antico e nobile della viticoltura friulana, ha rischiato l’estinzione, ma alla fine ce l’ha fatta.
Vino tra i più poderosi e strutturati, colore rosso rubino intenso e riflessi granata, con un carattere tutto speciale — come la scrittura di Tolstoj, dal potere sempre attivo e dal ritmo epico, lento e preciso — che apre il naso a profumi complessi di prugna, violetta, ciliegia, mora di gelso, cacao, caffè, cuoio, vaniglia e spezie.
La sua zona di coltivazione classica sono i vigneti dell’Abbazia di Rosazzo, sulla vecchia “ponca” di marna e arenaria di origine eocenica. Proprio dove lo hanno salvato (alla fine degli anni Settanta), grazie a un’opera di recupero benemerita.