Un’ultima carta da giocare

Quando si rincontrarono del tutto casualmente, in una città nella quale nessuno dei due abitava, certi ricordi presero il sopravvento. Ne parlarono dopo aver bevuto molto vino — un vino consistente ricco di colore, di profumo, di sapore — a un pranzo improvvisato. Lui disse che con una giornata così era un peccato mortale starsene in casa ad aspettare qualcosa che non sarebbe mai arrivato. Lei disse che era tempo di capire, che quel giorno era la possibilità di un’ultima carta da giocare. Disse proprio così: di un’ultima carta da giocare.

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